23/04/2008

il mutabon

Ieri sera alla TV ho ri-visto "Qualcosa è cambiato": grande Jack Nicholson e grande Helen Hunt (hanno preso l'Oscar, infatti).
Lui, scrittore di successo ma misantropo e con disturbi ossessivo-maniacali tali da renderlo odioso, alla fine guarisce grazie all'amore (... assieme alle pillole).

Mi ha colpito una frase che, evidentemente, mi era sfuggita nelle visioni precedenti:
"mi fai venire voglia di essere un uomo migliore".

Ecco: la guarigione comincia qui.

Lei gli aveva chiesto di farle un complimento e Lui ha detto: "Odio le pillole ma oggi ho cominciato a prenderle" (a causa di Lei).
Resistente al suo analista e alla terapia farmacologica, Melvin (J. Nicholson) si arrende all'amore, si lascia sconvolgere, cede, accetta l'altro, rompe i rituali ossessivi, inizia a cambiare se stesso perchè... lo desidera!

Che l'amore sia medicina, si sa. Ma non è facile cogliere l'attimo in cui esso si presenta nella nostra vita per sanarla, esaltarla, riempirla di significato forte e duraturo.

La nostra epoca è segnata da un male (tra tanti altri) detto "oscuro", la depressione. Malattia che è a sua volta sintomo di un disagio sordo, totalizzante, intollerabile e alienante da se stessi prima ancora che dagli altri.
Per l'io è difficile da riconoscere, difficile da ammettere, difficile da affrontare.
Per gli altri è difficile da supportare e sopportare.
La ricerca medica progredisce continuamente e i laboratori farmaceutici producono sostanze sempre più efficaci: è un duro sentiero ma vale la pena di percorrerlo.

Quando annaspo nella fatica di vivere e chiedo aiuto nel Vuoto, mi piace pensare che il mio Amore è lì con me e mi rassicura dicendo:
"Sono Io il tuo mutabon".

cta

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