30/05/2010

A un furbo, un furbo e mezzo!

Non ricordo la prima volta che ho sentito questa frase e chi me l'ha detta, ma é di una saggezza estrema.
A volte non basta l'intelligenza, a volte non basta neanche il cuore...
Per affrontare certe situazioni ci vuole furbizia.
La furbizia (usata a fin di bene) é un talento come altri. Mi sembra che anche Yehosua inviti ad essere astuti.

A volte le persone che ci stanno di fronte non capiscono altro linguaggio se non quello della competizione, dell'imposizione, della forza, della prevaricazione. E' difficile difendersi senza offendere.
Una possibilità ci é data proprio dall'astuzia figlia della saggezza:
Chi può vincere un furbo?
Un furbo e mezzo!
cta

23/05/2010

6163 - sei uno sei tre

Trinità, Rublev, DioQuando ero giovane, tra i gruppi parrocchiali che frequentavo, girava una innocente barzelletta:
"- Lo conosci il numero di telefono del Boss di lassù?
- No!
- Sei Uno, sei Tre..."


Tuttaltro che irriverente, questa battuta mi é sempre piaciuta; l'ho percepita come un modo semplice quanto efficace per evocare un grande Mistero della cristianità: la Trinità.
Senza impantanarmi in elucubrazioni filosofiche e teologiche (l'ho fatto quando nella mia puerile arroganza pensavo di capire tutto [mi sovviene alla mente la storiella di S. Agostino e il mare]), taglio corto dicendo che: la Trinità, razionalmente, é semplicemente un assurdo.
Esistenzialmente invece ci sarebbe tanto da riflettere e intuire (intus légere): la Trinità suggerisce al nostro piccino Cuore Puro com'é la Famiglia di Dio, l'affettività di Dio, Dio nel Suo intimo più profondo.
E ci introduce a una Matematica Strana, quella dell'Amore.

Non é finita qui:
a sua volta il piccolo Cuore Puro riesce ad addolcire la seria Mente che, senza snaturarsi e svilirsi, cambia il suo giudizio da ASSURDO a ABISSO INSONDABILE
cta

foto: Trinità di A. Rublev, State Tretyakov Gallery

16/05/2010

gli occhi dell'artista

bambino musicista, violoncello,Il musicista ha una finestra sulla vita che gli scorre parallela come un film,
sente vibrazioni sconosciute e vuole mettertele in piazza, senza parole.

Poi racconta di un amore mai vissuto e quando sogna non ha nome e non ha età,
e vive con lo sguardo incuriosito di una misteriosa razza, senza colore.

Vedi che gente allegra che tiene il tempo con le mani,
che tiene il mondo tra le mani e poi regala l'immaginazione a te.

Rotaie: oltre la linea di confine,
rotaie: fosforescenti nella scia,
rotaie: inargentate dalla brina,
e domattina ti pianterò nel cuore una canzone.

Il musicista ha il suo barometro cangiante e quando vuole trasfigura la realtà,
e gira gli occhi in fretta e con un lampo rappresenta la tua vita, che tu nascondi.

Poi accende un desiderio inconfessato e ti stupisci di pensare come lui,
quando tieni un sogno molto stretto e lo rigiri tra le dita, e poi ti accendi.

Vedi che gente strana che alza nel cielo le sue mani,
si stringe forte con le mani e poi regala un altro desiderio a te.

Il musicista prende, archivia, muore e rinasce, si innamora di sè e poi vola, vola...

Enrico Ruggeri, Gli Occhi Del Musicista (2003), Gli occhi del musicista.
cta

09/05/2010

Il piccolo Fiorellino e la clausura

Un giorno Le chiesi:

"Ma che senso ha chiudersi in un monastero a pregare quando c'è molto da fare nel mondo, quando si può fare del Bene a tanti esseri umani?
Che utilità può avere una vita simile?
Ma soprattutto, che senso ha?"

Mi rispose:

"Ascolta figlia:
so che a te piace molto la montagna... hai mai fatto attenzione, quando ti stai avvicinando alle vette, ai piccolissimi fiorellini che spuntano dalle rocce?
Man mano che sali la natura si dirada, pochi esseri si trovano lassù. Molti di essi nascono, vivono e muoiono senza che nessuno li veda mai.

Un giorno sei passata tu, proprio là, hai guardato a terra, ne hai visto uno, lo hai ammirato per la sua Bellezza, non ti sei chiesta a cosa o a chi potesse servire, hai riflettuto sulla sua Unicità, sulla sua Essenza.
Bene.
Alcune Creature vivono libere dal SENSO di FARE, addirittura libere dal SENSO di ESSERE.
Trascorrono l'esistenza unicamente per la Gioia del loro Creatore, perennemente davanti a quell'unica Presenza, davanti ai Suoi occhi.
E, ti assicuro, può bastare."
cta

02/05/2010

A Dio, Brunetta...

Carissima,
ho saputo soltanto da qualche giorno che hai compiuto la tua Pasqua.
[Che bella espressione!, forse la più dolce per indicare la morte di una persona... la Pasqua del Passaggio in attesa della Pasqua di Risurrezione.]

Forse inconsciamente speravo di incontrarti ancora in questa vita.
Volevo dirti, raccontarmi.

Ora sei nel Luogo che hai sempre cercato, lo stesso che non ho ancora smesso di cercare anch'io.

Veglia su di me mentre percorro la strada verso Casa.
A tuo modo mi hai amato. A mio modo ti ho amato.

Madre Maria Ildegarde Sutto O.S.B.
Cortina d’Ampezzo, 26 Luglio 1920
Citerna, 19 Marzo 2010

cta

libri, libri, libri... e altro