29/10/2007

I Magnifici - Francesco

2_39_roccia_cescoProfumato Falegname e operaio di fonderia, cantore dalla voce cristallina, amante della montagna, appassionato di calcio e allenatore dei Pulcini.
Paracadutista Coraggioso e figlio desiderato, Papà "Cecio" e marito affettuoso, baby sitter di elezione.
Segnato dal dolore fin da piccolo, i piccoli e i deboli sono sempre stati i suoi prediletti.

Fratello mio, amatissimo.

Compagno di mille avventure!, seguace fedele del suo Imperatore. La pesca lungo il canale, il gioco del toast, i pugni sul naso (per sbaglio!...), i salti dal terrazzo, le prime furtive sigarette, le scritte sui muri, le pallonate ai geranei di mamma, le cadute dal motorino. Solo noi due possiamo capire questa lista di parole senza verbi: la nostra spensierata infanzia.
E poi la vita... quella dura degli adulti.
Francesco, dolce bambino.
Uomo Buono.

22/10/2007

un sogno nel cuore...

da un manifesto della Sagrada Familia, BarcelonaOgni uomo semplice porta in cuore un sogno,
con amore e umiltà potrà costruirlo.

Se con fede tu saprai vivere umilmente,
più felice tu sarai anche senza niente.


Se porrai ogni giorno, con il tuo sudore,
una pietra dopo l'altra, alto arriverai.

Nella vita semplice troverai la strada
che la calma donerà al tuo cuore puro.


E le gioie semplici sono le più belle, sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Dai e dai, ogni giorno con il tuo sudore,
una pietra dopo l'altra alto arriverai.


Vivi puro e libero, non avere fretta,
con la fede e un grande amor, questo é ciò che conta!"


Musica di Donovan-Riz Ortolani; Testo di Benjamin; elaboraz. per coro a 4 voci di ilaron; solista: ilaron; Complesso Vocale Boanerges

Ascolta e canta con noi SAN DAMIANO, Ogni uomo semplice!

cta

20/10/2007

I Magnifici - Anna

1_4_mamiUna donna bellissima dalla spiccata sensibilità; nata da semplici e laboriosi contadini della Padana veneta, penultima di dieci fratelli, ha iniziato a lavorare fin da piccola rinunciando agli studi.

Tenerissima Leonessa, ci ha sempre difeso e scaldato col suo straripante affetto.
Sapendo di non poterci proteggere da tutte le durezze della vita, ci ha però ben equipaggiato affinché potessimo affrontarle con dignità e onestà.

Ha lavorato sodo con molto sacrificio pur di far studiare noi figli. Con Lei ci siamo sempre sentiti al sicuro anche nei momenti più difficili della nostra vicenda familiare.

Personalmente devo moltissimo a questa donna; sono onorata di averla conosciuta ben oltre il fatto che ne sono la figlia.

Mi ha introdotto alla ricerca delle Cose Belle, mi ha fortemente voluto musicista, mi ha incondizionatamente sostenuto nelle mie scelte anche se e proprio quando non le capiva.
Mi ha formato a suon di baci anche nelle mie ribellioni giovanili e quando pericolosamente mi stavo avvicinando ad estremismi ideologici.

Signori, ... mia madre.
cta
E qui una ricetta della mia Mami... 

16/10/2007

un altro Bach...

Richard Bach, libri, un Messia riluttante... mi riferisco a Richard, lo scrittore pilota autore del famosissimo "Il Gabbiano Jonathan Livingston".
Ne ho letto quasi tutti i libri ma il mio preferito in assoluto é "Illusioni".
Richard racconta la sua avventura con un misterioso Donald, pilota come lui. Costui fa levitare le chiavi inglesi, cammina sull'acqua e nuota nella terra; il suo Travel Air non consuma benzina e non ammazza i moscerini durante il volo...
Il sottotitolo del libro ne chiarisce meglio il tema: "Le avventure di un Messia riluttante".
E come ogni buon messia, Donald guarisce malati e muore in modo tragico.
Il bello é che anche Richard, dopo aver vissuto un po' con Donald e averne ascoltata la filosofia, diciamo così, riesce a compiere alcune di queste strane cose.
Ho incontrato questo libro molti anni fa e, ricordo, mi aveva fatto piangere perchè... perché... perché... non lo so ancora esattamente il perché. Donald assomigliava molto a Gesù ma, per certi versi, era più comprensibile, più vicino alla mia sensibilità, al mio mondo, al mio ventesimo secolo (allora!) e mi sembrava volesse dirmi (come Yehosua) che era veramente possibile vivere una vita felice, anche se con un alto prezzo da pagare. In verità era quello che volevo per me. In quel periodo cercavo spasmodicamente conferme per le scelte di vita che stavo per fare. Questo libro (Richard) me le ha fornite.

Negli anni a seguire anche i miei occhi hanno visto cose strane, che non sono spiegabili con le leggi "di questa parte di universo, del nostro sistema solare" come dice Battiato in un suo brano.
E oso dire che, pur con intensità modestissime, ho sperimentato alcuni fenomeni non-normali che Donald-Richard hanno enunciato.

Senza nulla togliere al Vero Uomo-Dio, credo che il messia, l'inviato, l'unto, il consacrato, siano dimensioni dell'uomo, di ogni uomo. Yehosua é venuto anche per ricordarci questo e darcene l'esempio.
cta

10/10/2007

Ultimo "A Dio"

dolore, lutto, pietà, addioOggi la nostra carissima Paola se ne é andata...

"Là nel paese dove te ne vai nessuno ha un cuore di pietra,
l'acqua che ti ha salvato ti porta verso il Padre.

Là nel giardino dove te ne vai i corpi non sono polvere
la linfa dello Spirito ti porta verso il Padre.

Là nella casa dove te ne vai la notte si cambia in Luce
il sangue della Croce ti porta verso il Padre.

Noi ti diciamo "a Dio", al Dio che tanto ti amò, al nostro Dio."

testo: D. Rimaud - traduz.: Costa; musica: G. A. Vanzin, per coro a 4 voci miste;
ASCOLTA E CANTA CON NOI.
Coro Boanerges

Ciao,Paola. A presto!
cta

05/10/2007

settanta volte sette

Per rispondere al quesito di Pietro sul perdono, Yehosua usa l'espressione "settanta volte sette".
Al catechismo di Prima Comunione mi avevano spiegato che stava a significare un numero grande: devi perdonare chi ti ha offeso non 7 volte bensì 70 volte il 7, cioè sempre, all'infinito.
Ho compreso meglio la curiosa espressione di Gesù e la portata del suo insegnamento quando, molti anni dopo, mi é stata spiegata la graduale evoluzione della civiltà ebraica (e nostra) circa il concetto del perdono e della convivenza sociale.

Si parte con Caino che uccide Abele. [siamo 1 a 0].
Dio (in Genesi 4,15) dice: "Chi uccide Caino subirà vendetta 7 volte" [1 a 7].
Lamech (in Genesi 4,24) dice: "Se Caino sarà vendicato 7 volte, Lamech lo sarà 77" [1 a 77].
Mosè ( in Lev. 24,20) fa un salto qualitativo notevole: ferma l'escalation di Lamech e riporta la vendetta a una dimensione meno distruttiva: "Occhio per occhio, dente per dente" [come dire: basta il rapporto 1 a 1].

Già a questo punto si capisce che:
Caino non é IL PIU' CATTIVO;
Mosè é tuttaltro che BARBARO (come pensavo io a causa della crudezza della sua Legge del taglione); Lamech é una figura misteriosa, inquietante, luciferina...

Però il bello (e il massimo!) arriva con Yehosua:

"Maestro, quante volte devo perdonare il mio fratello? Fino a 7 volte?" (Mt 18,22)
"E' stato detto dagli antichi dente per dente MA IO VI DICO: ... (Mt 5,38)"

Non ti vendicherai in rapporto 1 a 77, nemmeno 1 a 7, neanche 1 a 1. Ma non basta: perdonerai! E non 1 volta, nemmeno 7, neanche 77, bensì settanta volte sette.

Dice bene Diego nel post precedente.
Se l' Uomo-Dio perdona 70x7 allora noi potremo SEMPRE recuperare la nostra integrità. Qualunque errore facciamo, anche il più grave, avremo sempre Futuro.
cta

04/10/2007

Sturmtruppen

Dio, Sturmtruppen, riflessioneAi tempi del liceo ricordo che i miei compagni si divertivano con questo fumetto e una frase in paricolare era diventata un po' l'emblema della vita scolatica con le sue noiose lezioni e le sue fastidiose interrogazioni...
A quei tempi cominciava per me la "tortura" della ricerca di senso e significato per la mia vita, una realtà che mi trovavo tra le mani senza capire il cosa, il come, il perchè. Si profilava al mio orizzonte anche un "tremendo" personaggio: così allora percepivo Dio, uno - pensavo - che mi avrebbe dato del filo da torcere. Era il 3 gennaio del lontano 1980 quando trascrivevo sul mio mitico diario la frase sbirciata dai giornalini dei miei compagni, commentandola però a modo mio, per quello che stavo vivendo in quel periodo:



"Infatti. Dio é... INEVITABILE."
cta

03/10/2007

dolore e colpa

"Un grande dolore trattiene una grande colpa" (L. Hay)

Non é possibile schivare il dolore. Fin dai primi anni della nostra vita impariamo cose importanti grazie al dolore: non si mettono i ditini dentro ai buchi delle prese elettriche, non si toccano le pentole con l'acqua bollente, e così via.

La sofferenza però ha una connotazione in più rispetto al dolore: é anche emozione, é carica della nostra personale percezione del dolore.
E qui mi riferisco (come anche la Hay) soprattutto a quella particolare sofferenza che noi stessi ci infliggiamo quando siamo divorati dal senso di colpa; quando ci lasciamo imprigionare dalle esperienze del passato e permettiamo ad esse di torturarci ancora nel presente e, forse, per sempre; quando non riusciamo a perdonarci perché nessuna espiazione può restituirci la nostra integrità...

Perché crediamo di meritare di soffrire? Perché facciamo soffrire noi stessi? Perchè pensiamo di dover imparare attraverso la sofferenza?

La sofferenza é una grande (ed efficace) maestra delle lezioni che dobbiamo imparare in questa dimensione... ma non é l'unica: si può apprendere anche attraverso la Gioia.
E noi, in moltissimi casi, possiamo scegliere.

"Dio é FUTURO per tutti, settanta volte sette"(Diego, 29/08/07)
cta

01/10/2007

un pianoforte per amico

Il mio carissimo Hermann. Tutto tarlato. Ha subito 3 traslochi sotto la pioggia. Ha ospitato una tana di topolini (in quel periodo abitavamo in una topaia... mai modo di dire fu più realistico!). Ha sopportato i primi incauti pestaggi di una bambina decenne e quelli intensi e vigorosi di una diplomanda. Si é visto smontare pezzo per pezzo, sparso sul pavimento della stanza, da una ilaron colta da un raptus di curiosa conoscenza della sua meccanica...
Fedele presenza, mi é stato compagno di duri sudori e intense gioie, di sforzo fisico e stravasi emotivi. Coach intransigente della disciplina musicale ed esistenziale. Strumento di formazione del carattere, della volontà, del controllo psicomotorio. Il primo a sentire le mie composizioni, il primo a tradurre le mie creature mentali in realtà sonore. Devo molto a lui.
Ma gli sono grata soprattutto perché mi é stato rifugio quando piangevo adolescenziali lacrime immotivate che non avrei potuto far vedere e spiegare a nessun altro. Dolcissimo amico.

libri, libri, libri... e altro