La mia riflessione è sul GIUDIZIO.
Qui abbiamo un omicida colto in flagrante, non c'è ombra di dubbio, non c'è dubbio sulla colpa, non c'è colpa più grave, non c'è giudizio più scontato.
Eppure, man mano che il film si svolge, Henry mi diventa sempre più caro; percepisco la sua sofferenza, i soprusi subiti; intravvedo il baratro dell'alienazione da sè generata dalla tortura; sento l'amarezza per un destino duro, per le possibilità non avute, la giusta invidia verso chi ha avuto in sorte una vita migliore; partecipo al suo riscatto, al suo ritorno alla dignità di uomo dopo che altri uomini lo avevano fatto diventare un animale; vedo la Luce della sua vittoria sulla paura e sul male.
Ma allora: esiste ancora l' evidenza dei fatti? E le certezze?
Yehosua dice NON GIUDICARE (Mt 7,1). C'è UNO che si è preso la briga di giudicare tutti, tu lascia perdere... è troppo complicato! E poi: come misuri così sarai misurato, è anche pericoloso.
[Questo non è solo un comando (nell'Amore non c'è Giudizio), ma è anche un potente antistress!
E' fuori discussione: quando IO ho smesso di giudicare ho cominciato a vivere serenamente.
Non voglio essere fraintesa: la giustizia umana DEVE fare il suo corso! (anzi, a me sembra che ne faccia pochi di corsi in questo nostra malata società).]
Ma nel tuo cuore, astieniti dal giudicare tuo fratello: non sai tutto, vedi l'effetto ma non conosci tutte le cause, vedi il frutto ma non sai da quale seme provenga, forse puoi dirlo cattivo ma non colpevole.
Usando il passato prossimo e poi l'indicativo presente, Henry Young rende al suo avvocato una bellissima verità:
"Sono stato un'arma, ma non sono un assassino"
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