02/11/2007

la morte

In questi giorni ho detto ADDIO a due care persone: una giovane donna e un uomo molto vecchio. Anche se razionalmente si è portati a pensare che l'anziano ha vissuto comunque la sua vita mentre la giovane donna non ha avuto questa possibilità, vi posso assicurare (ma voi lo sapete già) che il dolore del distacco è il medesimo, e pur unico.
... la morte ...

L. Wittgenstein: "La morte non é un evento della vita. Non esiste una esperienza della morte".
Epicuro: "La morte non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi".

Sinceramente: non sono molto confortata da queste posizioni filosofiche.

Capisco meglio Leopardi, anzi, da giovane sposavo appieno questa sua frase:
"Se la vita è un male, perché ci viene data? E se la vita è un bene, perché ci viene tolta?"

Come Francesco di Assisi, anche Branduardi ne Il Funerale chiama la morte "sorella":
"Se viene la sera compagno non avrai, da solo farai la tua strada...
E allora la prima sarà la faina, verrà per portarti paura.
Se non la fuggirai, sorella ti sarà..."

Mi piace questa combinazione di giullari, uno del 2000 e uno del 1100... ma soprattutto mi fa bene pensare che la morte possa essere sorella (esistono però anche sorelle tremende!)

Battiato in Le sacre sinfonie del tempo ci dichiara Esseri Immortali caduti nelle tenebre, destinati a errare; nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione.
E ancora Branduardi in Rifluisce il fiume:
"Cosa dice il vecchio alla morte che in attesa sta? Non racconta poesie ma sa...
Rifluisce il fiume se la neve va, danzano le cose e la danza non finirà.
Il cerchio della vita lei a lui riunirà. E niente mai perduto va, al centro tornerà."

La vita come danza che non finisce, quindi.
Lo pensa anche Kahlil Gibran: "E quando la terra chiederà le vostre ossa, allora danzerete veramente".

Sdrammatizziamo un po':
"Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede." (Woody Allen)
"Siamo nati per morire. Se l'avessi saputo prima!" (Roberto Gervaso)
"Morire è l'ultima cosa che farò." (Roberto Benigni)

Alcune comunicazioni medianiche dicono che l'esperienza del morire è simile al tuffarsi nelle acque di un laghetto alpino; il repentino cambiamento di stato ci fa fare "fffhhh" ma poi...ci si abitua...

C'è niente da fare: io ho paura della morte e della sofferenza che la può precedere. Ho riflettuto molto. Non ho soluzioni se non ricorrendo alla fede in Yehosua:

Gv. 6,57 - Chi mangia di me vivrà per me.
Gv. 11,25 - Chi crede in me, anche se muore, vivrà.
morte, amico,incontro, distruzione, Vita EternaMa ci sono due cose che riescono ad addolcirmi il pensiero della morte.

La prima è un film.
Ricordate Marcellino Pane e Vino? Desiderava tanto vedere la sua mamma che era andata in cielo e il Cristo di legno (che il piccino nutriva sottraendo il cibo ai frati) scende dalla croce, lo abbraccia, lo fa dormire e lo porta dalla sua mamma.

La seconda è una storiella talmudica (credo, non ricordo bene la fonte):
Un giorno l'Angelo della morte si presentò ad Abramo, l'amico di Dio, e gli disse: "Preparati, devi venire con me".
Abramo un po' contrariato si rivolse a Dio e gli chiese: "Può l'Amico gradire la morte del suo Amico?"
Dio gli rispose: "E può l'Amico rifiutare l'incontro con il suo Amico?"
Forte di questa risposta, Abramo seguì tranquillo l'Angelo della morte.

L'incontro con il mio Amico più caro? Se la morte fosse questo, ci potrei anche stare...
"E ora a noi due" disse una santa sul letto di morte.
cta

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