Se un marziano vedesse queste foto penserebbe che sulla Terra si fanno muri ondulati e variabili nel tempo.
Lo penserei anch'io se non sapessi che tra l'obiettivo della fotocamera e gli oggetti delle mie foto, c'erano:
il parabrezza dell'auto e la pioggia.
Il cervello qui fa bene il suo lavoro. La percezione distorta proveniente dal sensorio viene giustamente rettificata in base alle conoscenze e alle esperienze: durante uno scroscio di pioggia i muri delle case continuano a essere dritti, anche se a me sembrano ondulati.
Allora, quando guardiamo qualcosa, per essere certi di vedere bene, dobbiamo essere consapevoli delle eventuali interferenze che possono frapporsi tra l'osservatore e l'osservato. Non solo: dobbiamo conoscere anche il grado di disturbo di queste interferenze.
Qui il parabrezza rimane sempre dello stesso spessore. Invece la pioggia va aumentando e distorce maggiormente la visione.
Tutto ciò non accade solo per la percezione fisica degli oggetti.
Tutta la nostra comprensione della realtà può essere disturbata.
Come il parabrezza così gli schemi mentali, le convenzioni sociali, il senso comune, le esperienze passate, gli stereotipi, i pregiudizi, i dogmi, annebbiano il nostro giudizio e ci impediscono una fruizione piena del reale.
E come la pioggia così la paura è in grado di distorcere gli eventi negativi facendoli diventare insopportabili. Non solo: distorce anche gli eventi positivi facendoli diventare messaggeri di prossimi venturi disastri.
E perchè abbiamo paura?
Perchè non crediamo nella Bontà della Vita, nell'orientamento al Bene dell'intero Universo.
La vera antitesi all'amore non è l'odio, bensì la paura.
Bello il piccolo libro di Gerald Jampolsky il cui titolo dice già molto:
Amare è lasciare andare la paura.
cta
ilaron, dovresti tornare a leggere le cose che scrivi..... credo riusciresti a capirti....leggendoti, leggendo i tuoi scritti intendo, vedo te e ti vedo come la sera scorsa, e ancor meno capisco ciò che in fondo vuoi...... hai già tutto dentro di te, tira fuori tutto e vedrai, altro che carovana, un circo intero, un abbraccio.Claudia.L
RispondiEliminaGrazie, Amica Mia!
RispondiEliminaEppure c'è un però: ilaron che ha scritto queste parole era saldamente piantata in terraferma; quella dell'altra sera era sprofondata nelle sabbie mobili. Quando sei in quello stato non puoi tirarti fuori da sola, certo! puoi sperare che vengano a soccorrerti, ma non puoi fare altro