06/09/2007

Homo Viator

Uomo, Dio, Bellezza, canto, entusiasmo, Vita, strada, sentiero, percorsoEravamo giovani entusiasti membri di un coro e consapevolmente cantavamo la Bellezza, convinti, come Dostoevskij, che "La Bellezza avrebbe salvato il mondo".
In quel periodo, tra le altre cose, mi sgorgò dal cuore
la poesia del post precedente con la quale intendevo celebrare l'Amicizia e Noi Amici.

Audace Guerriero ero io, la più intraprendente. Piccola Lucciola si chiamava veramente Chiara. Profumato Falegname era mio fratello che faceva proprio il falegname e odorava sempre di buon legno lavorato. Gufo Saggio era mia sorella, la coscienza critica dell' intero gruppo. In Giullare Felice ci identificavamo un po' tutti mentre Cuore Matto aveva veramente subito un intervento chirurgico al cuore. Fiorivendola Strana era la nostra concreta tesoriera e Pagliaccio Sorriso doveva il suo soprannome allo straripante costume (e annesso trucco) col quale si era presentato ad una festa di carnevale. E poi c'era Yehosua, il Candido Agnello, sempre in mezzo a noi.
Con sentiero e futuro e morte e notte.

Questo breve testo che consideravo il nostro poetico ritratto, nonostante una metrica sconnessa ed assonanze strane, riusciva a trasmettere movimento, immagini, colori, odori. Qualche tempo dopo mi resi conto che esso era pregno anche di contenuti simbolici che andai via via decifrando.

Homo animosus, Homo festivus, Homo faber, Homo sapiens, Homo cantor, Homo patiens, Homo oeconomicus, Homo ludens...
Sono archetipi, modelli, stati, tappe, dell' Homo Viator che, proteso verso la realizzazione di sé e la Pienezza, va incontro all' Homo Deus.

Che stranezza!: l'Agnello, pur essendo l'ultimo personaggio della filastrocca, é in testa a tutta la Compagnia.
Sgozzato.

cta

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