12/01/2008

l'elefante di Zarrillo

corpo, dolore, obesità, solitudine, amoreL'elefante e la farfalla
"Sono l'elefante e non ci passo, mi trascino lento il peso addosso.

Vivo la vergogna e mangio da solo e non sai che dolore sognare per chi non può mai.
Sono l'elefante e mi nascondo ma non c'è rifugio così profondo.
Io non so scappare; che pena mostrarmi cosi' al tuo sguardo che amo e che ride di me.

Una farfalla sei leggera e libera su me, mai, non ti raggiungerò mai, mi spezzi il cuore e te ne vai lassù.

Sono l'elefante: che posso fare... inchiodato al suolo e a questo amore.
Provo ad inseguirti ma cado e rimango così, non puoi neanche aiutarmi, ti prego vai via.

Una farfalla tu sei leggera e libera su me, mai, non ti raggiungerò mai, mi spezzi il cuore e te ne vai da me.

Dentro di me, dentro di me, ho un cuore di farfalla, e non potrai vedere mai quanto lui ti assomiglia. Dentro di me dentro, di me, ho un cuore di farfalla."

cta

1 commento:

  1. Anonimo11:05

    mi piace questa metafora...
    è così che siamo, appesantiti fuori nell'esteriorità, ma con la leggerezza dell'Essenza di quella simbolica 'farfallina' che vive in ciascuno.
    Bel giorno Ilaron

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