Altra situazione di percezione ambigua o distorta: la mia altezza (sì, quella sono io...) sembra essere la metà di quella della Torre di Pisa. Io però non sono alta 28 metri.
Inoltre sembra che mi stia sforzando come una dannata per raddrizzarla ma, lo sappiamo bene tutti, in realtà non la sfioro nemmeno.
Qui subentra il senso di prospettiva.
C' è discrepanza tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo ma il cervello interpreta correttamente tra ciò che sembra e ciò che è.
Questa foto comunque non è il massimo per trarre in inganno: i miei piedi NON sono in linea con la base della Torre.
I fotografi in loco, usando un modello di cartone sul quale far poggiare la testa del cliente, scegliendo una giusta distanza che dia in linea i piedi con il terreno, e scegliendo una angolatura di scatto appropriata, riescono a produrre una foto in cui il cliente è alto quanto la Torre.
Queste correzioni tra il certo e l'impossibile sono necessarie e utili per la stragrande maggioranza delle nostre percezioni. Diverso invece quando siamo nel campo della ricerca e dell'ignoto:
un cervello troppo addomesticato al senso di realtà potrebbe essere un ostacolo per la scoperta di nuove realtà, finora sconosciute.
Secondo me, ciò vale in tanti campi, dalla fisica atomica alla psichiatria... e chi più ne ha, più ne metta...
cta
Dolore e gioia, Cuore e dolcezza, libertà e gratitudine, essere e Dio, Amore e Spirito, legge e morte, Yehosua e passione, disperazione e tenerezza, solitudine e bellezza: la Vita.
ehi, Fiore......ma non pensi di avere gia anche troppi pesi da portare!!!!! pure na torreeeeee...... cta.Claudia L
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