12/12/2007

sconfitta

San Francesco, sconfitta, fallimento, CroceQualche settimana fa, ascoltando Radio 24, ho sentito un giornalista dire che in un anno il consumo di cocaina in Italia è aumentato del 20%; spiegava tale fatto con l'aumentata facilità di reperimento e e la diminuzione del prezzo della sostanza, in aggiunta a una valutazione sull' attuale stato della nostra società in cui "la sconfitta è considerata insopportabile". Sono rimasta colpita da questo "insopportabile".
Sì, la Vita a volte è insopportabile. Non c'è niente da fare: la sconfitta, il dolore e altre cose, sono ineliminabili dalla nostra vicenda umana. Ma, come per tutte le nostre esperienze, siamo in grado di fare la differenza.

A nessuno piace essere umiliato, deriso, sconfitto, non considerato... ma trovo poco intelligente il pensare di risolvere un problema cacciandosi in un problema più grave, come il mitigare il senso di fallimento assumendo droga. Certo: non siamo solo intelligenza, siamo anche fragilità.

Quando ero giovane divoravo (metaforicamente!) tonnellate di libri. Nel 1977 comperai un libretto dal titolo poco allettante ma che attrasse la mia attenzione: Teologia del Fallimento, John Navone, Paoline, A Theology of Failure. Capii poco, quel tanto che bastava per mettere coscientemente il fallimento nel preventivo della mia vita come possibilità che però non avrebbe sminuito il mio valore, la mia libertà, il senso del mio essere. Libri, amici miei. Teologia del Fallimento è una Teologia della Croce.

"Solo l'AMORE
rende sopportabile l'insopportabile"
(Carlo Stancari)
cta

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