Siamo cresciuti, siamo degli adulti che lavorano, amano, creano, credono, ridono, piangono...
Eppure dentro di noi continua a vivere un essere piccolo: è il nostro io bambino.
A volte i dolori più forti che ci disturbano e ci rendono infelici provengono proprio, quasi sempre, dal nostro Me Stesso piccolo, indifeso, maltrattato, insicuro, esposto, violato, spaventato, esasperato, vergognoso, disperato...
Per avere una vita veramente serena l'Io Grande deve avere il coraggio di scendere nelle profondità del proprio essere per incontrare l'Io Piccolo. Bisogna abbracciarlo, convincerlo che il peggio è passato, che ora non è più solo, che c'è chi si prende cura di Lui: il Se Stesso Adulto.
L'incontro, se avviene, può essere tremendo: il Piccolo non si fida per niente, anzi incolpa l'Io Grande come e anche più dei genitori e di tutti i grandi che l'hanno fatto soffrire. Ma se si riesce a rasserenare il Bambino Interiore, a recuperarlo, a riconoscerlo e amarlo veramente, allora la qualità della nostra vita può fare un cambiamento strepitoso e insperato, in termini di pace, equilibrio, senso e gioia.
Una cosa indispensabile per questo cambiamento profondo è: sradicare la menzogna che alberga dentro noi. Non importa che sia quella che ci hanno inculcato, o quella che abbiamo subìto, o quella che abbiamo creduto, o quella che abbiamo scelto quando, Piccoli, non avevamo scelta, non avevamo fede, non avevamo forza, non avevamo difese.
Ora, che siamo Grandi, dobbiamo chiamare le cose con il loro vero nome, dobbiamo dire la verità, dirla al Me Piccolo e al Me Adulto.
La Verità porta Luce, e la Luce porta capacità di scelta, la capacità di scelta porta forza, la forza porta all' autodeterminazione consapevole, la consapevolezza porta all'autorealizzazione responsabile... alla Libertà.
Dedicato a Martha e a tutti i Piccoli che soffrono.
cta
Dolore e gioia, Cuore e dolcezza, libertà e gratitudine, essere e Dio, Amore e Spirito, legge e morte, Yehosua e passione, disperazione e tenerezza, solitudine e bellezza: la Vita.
22/10/2009
09/10/2009
Le Prime Volte
Vi ricordate
il primo giocattolo, il primo diario,
la prima bicicletta, il primo amico,
il primo esame, la prima salma,
la prima bicicletta, il primo amico,
il primo esame, la prima salma,
il primo bacio, la prima sbronza,
il primo amore, il primo stipendio,
il primo concerto, il primo mutuo,
il primo figlio, il primo tradimento,
il primo lutto...
il primo amore, il primo stipendio,
il primo concerto, il primo mutuo,
il primo figlio, il primo tradimento,
il primo lutto...
In una vita ci sono molte Prime Volte, e non si smette mai di viverne di nuove.
Oggi a me, alla mia veneranda età, è accaduta una inattesa, insperata, sconvolgente Prima Volta.
Oggi a me, alla mia veneranda età, è accaduta una inattesa, insperata, sconvolgente Prima Volta.
Ich liebe dich... seeeeeeeeeeeeeeeehr!
cta
08/10/2009
ancora cta!
Transitavo in quel di Montelupo Fiorentino all'imbrunire... I colori della sera toscana avevano un chè di magico: evocanti, nostalgici, forieri di Cose Belle e Ultime...
Avevo bisogno di ... una sensazione forte di protezione e connessione.
E TAC!
Su un camioncino, appena davanti alla mia auto, leggo la sigla "cta".
La creatività dell'Universo è senza limiti e mi raggiunge anche questa volta, sorprendendomi e commuovendomi.
La mia personale collezione di acronimi sincronici avanza: dopo Coibentazioni Termo Acustiche e Consorzio Trasporti Alimentari e il giovanotto dell'Ikea, questa sera l'Universo ha usato pure il Consorzio Toscano Acconciatori.
Che bello! Hochst vergnugt!
cta
Avevo bisogno di ... una sensazione forte di protezione e connessione.
E TAC!
Su un camioncino, appena davanti alla mia auto, leggo la sigla "cta".
La creatività dell'Universo è senza limiti e mi raggiunge anche questa volta, sorprendendomi e commuovendomi.
La mia personale collezione di acronimi sincronici avanza: dopo Coibentazioni Termo Acustiche e Consorzio Trasporti Alimentari e il giovanotto dell'Ikea, questa sera l'Universo ha usato pure il Consorzio Toscano Acconciatori.
Che bello! Hochst vergnugt!
cta
La Torre Pendente
Altra situazione di percezione ambigua o distorta: la mia altezza (sì, quella sono io...) sembra essere la metà di quella della Torre di Pisa. Io però non sono alta 28 metri.
Inoltre sembra che mi stia sforzando come una dannata per raddrizzarla ma, lo sappiamo bene tutti, in realtà non la sfioro nemmeno.
Qui subentra il senso di prospettiva.
C' è discrepanza tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo ma il cervello interpreta correttamente tra ciò che sembra e ciò che è.
Questa foto comunque non è il massimo per trarre in inganno: i miei piedi NON sono in linea con la base della Torre.
I fotografi in loco, usando un modello di cartone sul quale far poggiare la testa del cliente, scegliendo una giusta distanza che dia in linea i piedi con il terreno, e scegliendo una angolatura di scatto appropriata, riescono a produrre una foto in cui il cliente è alto quanto la Torre.
Queste correzioni tra il certo e l'impossibile sono necessarie e utili per la stragrande maggioranza delle nostre percezioni. Diverso invece quando siamo nel campo della ricerca e dell'ignoto:
un cervello troppo addomesticato al senso di realtà potrebbe essere un ostacolo per la scoperta di nuove realtà, finora sconosciute.
Secondo me, ciò vale in tanti campi, dalla fisica atomica alla psichiatria... e chi più ne ha, più ne metta...
cta
Inoltre sembra che mi stia sforzando come una dannata per raddrizzarla ma, lo sappiamo bene tutti, in realtà non la sfioro nemmeno.
Qui subentra il senso di prospettiva.
C' è discrepanza tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo ma il cervello interpreta correttamente tra ciò che sembra e ciò che è.
Questa foto comunque non è il massimo per trarre in inganno: i miei piedi NON sono in linea con la base della Torre.
I fotografi in loco, usando un modello di cartone sul quale far poggiare la testa del cliente, scegliendo una giusta distanza che dia in linea i piedi con il terreno, e scegliendo una angolatura di scatto appropriata, riescono a produrre una foto in cui il cliente è alto quanto la Torre.
Queste correzioni tra il certo e l'impossibile sono necessarie e utili per la stragrande maggioranza delle nostre percezioni. Diverso invece quando siamo nel campo della ricerca e dell'ignoto:
un cervello troppo addomesticato al senso di realtà potrebbe essere un ostacolo per la scoperta di nuove realtà, finora sconosciute.
Secondo me, ciò vale in tanti campi, dalla fisica atomica alla psichiatria... e chi più ne ha, più ne metta...
cta
04/10/2009
l'uomo nella tazza...
Eccomi a Nemes. Mi concedo il solito amatissimo cappuccino, senza croissant ma con una fetta di strudel (che sarebbe la versione montanara estiva del croissant).Il panorama è stupendo davanti a me e anche a fianco...
Scatto la foto e... beh:
"C'è un uomo dentro al mio cappuccino!"
Senza volerlo ho beccato un altro momento di distorsione percettiva. IL cervello vede una cosa ma è la mente a darne il senso, e a volte ci sono più interpretazioni possibili. Questa possibilità di scelta permette la creatività.
Non solo.
Anche dal punto di vista linguistico ci sono diverse interpretazioni; prendiamo, ad esempio, il titolo: "l' uomo nella tazza " fa pensare di primo acchito alla tazza... del wc, invece qui la tazza è proprio quella del cappuccino! Su questi meccanismi si poggiano il senso ironico e umoristico. Bah...
cta
Scatto la foto e... beh:
"C'è un uomo dentro al mio cappuccino!"
Senza volerlo ho beccato un altro momento di distorsione percettiva. IL cervello vede una cosa ma è la mente a darne il senso, e a volte ci sono più interpretazioni possibili. Questa possibilità di scelta permette la creatività.
Non solo.
Anche dal punto di vista linguistico ci sono diverse interpretazioni; prendiamo, ad esempio, il titolo: "l' uomo nella tazza " fa pensare di primo acchito alla tazza... del wc, invece qui la tazza è proprio quella del cappuccino! Su questi meccanismi si poggiano il senso ironico e umoristico. Bah...
cta
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